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IL REPERTORIO

Il successo di Cantosospeso è dovuto soprattutto all’originalità e alla novità del suo repertorio. E non per una strategia di marketing, ma perché è la naturale conseguenza delle scelte artistiche fatte alla nascita del gruppo.

Da una parte c’è l’anima della musica dei popoli, da quella delle tribù amazzoniche alla musica degli schiavi del Brasile, dalla musica importata dai viaggi in Africa, in Burkina Faso e in Kenia, agli spiritual nordamericani, dalla musica ebraica a quella di culture musicalmente lontane come il Giappone.

Dall’altra la musica nella sua accezione più classica: Cantosospeso ha realizzato molte prime esecuzioni italiane tra cui la Missa Criolla di Ariel Ramirez con il bandoneonista Dino Salluzzi, la Missa dos Quilombos di Milton Nascimento con il percussionista Nana Vasconcélos, il Credo del compositore barocco brasiliano Manoel Julião da Silva Ramos, le cantate Membra Jesu Nostri di Dietrich Buxtehude, Il Diario di Anna Frank di Leopoldo Gamberini. In prima mondiale ha eseguito il Requiem per coro e orchestra del compositore cubano Esteban Salas. Nel 1995, in prima europea, ha eseguito la Missa Luba

Alessandro Baricco, presente a un concerto di Cantosospeso, ha definito la Missa Luba: ”uno di quegli ingorghi religioso-etnico-musicali dove mi piace rimanere imbottigliato (…) stai tutto il tempo a battere il tempo e a ondeggiare sulla sedia, mentre la senti”

L’esecuzione del 1995 poteva contare su una solista d’eccezione: Miriam Makeba, la regina della canzone africana. Da allora ci sono state numerose repliche con Angelique Kidjo, Mouna Amari, Liz McComb fino all’ultima edizione con la partecipazione straordinaria del Griot senegalese Badara Seck. Altre prime europee: la Missa Brevis di Leonard Bernstein e la Missa Orbis Factor di Aylton Escobar.

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